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Fabrizio De André - Tutte le canzoni

Desmedida Plegaria (Versione Spagnola Di "Smisurata Preghiera")
(Testo e Musica: Fabrizio De André e Ivano Fossati)
Sobre los naufragios desde el Mirador de las Torres,
lejana y sobre los elementos del desastre
de las cosas que suceden por encima de la palabras
celebrantes de la nada
en un viento tán fácil
de saciedad, de impunidad.
Bajo el escándalo metálico
de armas bluntas o en desuso
conduciendo la columna
de dolor y de humareda
que deja las batallas infinitas al caer de la tarde,
la mayoría está, la mayoría está
recitando un rosario
de mezquinas ambiciones,
de temores milenarios,
de inagotables astucias
cultivando tranquila
la horrible variedad
de su propia soberbia
la mayoría está.
Como una enfermedad,
como un infortunio,
como una anestésia,
como una costumbre.
Para quien viaja con obstinada y contraria dirección,
con su estigma especial de especial desesperanza
y entre vómitos de rechazados sus últimos pasos va dando
para entregar a la muerte una gota de esplendor,
de humanidad, de verdad.
Por quien en Aqaba curó la lepra con un cetro ficticio
y sembró su travesía de celos devastadores y de hijos
con improbables nombres de cantantes de tango
en un vasto programa de eternidad.
Recuerda, Señor, a estos siervos desobedientes
a las leyes de la manada,
no olvides sus rostros
que al cabo de la alternancia
es apenas justo que la fortuna los toque.
Como un descuido,
como una anomalía,
como una distracción,
como un deber.

Traduzione dallo spagnolo: "Smisurata Preghiera"
Alta sui naufragi dai belvedere delle torri,
china e distante sugli elementi del disastro,
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà, di impunità.
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera,
la maggioranza sta, la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine,
di millenarie paure,
di inesauribili astuzie,
coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie,
la maggioranza sta,
come una malattia,
come una sfortuna,
come un'anestesia,
come un'abitudine.
Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore,
di umanità, di verità.
Per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità.
Ricorda, Signore, questi servi disobbedienti
alle leggi del branco,
non dimenticare il loro volto,
ché dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti,
come una svista,
come un'anomalia,
come una distrazione,
come un dovere.

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