Cristiano De André - Tutte le canzoni
Invisibili (Testo e Musica: Cristiano De André, Massimo Bubola) Tu abitavi in Via dell'Amore Vicendevole
e io qualche volta passeggiavo da quelle parti lì;
il profumo dell'estate a volte era gradevole
e le tue medagliette al merito sul petto brillavano,
brillavano molto più dei miei lividi.
Tu camminavi nell'inquietudine
e la mia incudine era un cognome inesorabile,
un deserto di incomunicabilità.
Tu eri laureato in danni irreversibili
che la droga provoca al cervello,
io un po' di questo un po' di quello,
in fondo niente di veramente utile.
Tu eri bravissimo a specchiarti nelle vetrine,
io altrettanto a svuotare le cantine;
per noi amici, pochi amici, pochissimi amici
tu eri fortissimo a inventarti la realtà,
io liberissimo di crederla o non crederla
e ho sempre sperato che qualcuno un giorno
potesse parlare male di noi.
Ma eravamo invisibili, talmente invisibili che non ci vedevamo mai.
Stu ténpu
ch'u s'è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu,
ma òua che se vedemmu
dumàn tüttu u cangiàa.(*)
Tu abitavi in Via dell'Amore Vicendevole
e io avevo preso una stanza in affitto da quelle parti lì;
io dimostravo fondamentalmente i miei anni,
tu ormai non sapevi più quali fossero i tuoi
perché a Genova si moriva a vent'anni
ma senza diventare mai, mai degli eroi.
Coi tuoi separati a colpi di calibro trentotto
e i miei tenuti insieme dalla speranza per l'umanità;
noi sempre oltre ogni limite,
quel limite era una scommessa da non perdere mai.
Tu eri bravissimo a ballare sulle rovine,
io altrettanto a rubare comprensione
di noi amici, pochi amici, pochissimi amici;
tu eri fortissimo a inventarti la verità,
io liberissimo di crederla o non crederla.
Io ho sempre sperato che qualcuno un giorno
potesse accorgersi di noi.
Ma eravamo invisibili, che non ci vedevamo mai.
Stu ténpu
ch'u s'è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu,
ma òua che se vedemmu
dumàn tüttu u cangiàa.
Stu ténpu
ch'u s'è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu
e u l'à ripurtòu inderée sensa ciü un sensu,
ma òua che ghe vedemmu
dumàn tüttu u cangiàa.(*)
(*) - Traduzione dal genovese:
Questo tempo
che si è preso la bellezza del nostro canto
per riportarlo indietro senza più un senso,
ma adesso che ci vediamo
domani tutto cambierà. TORNA ALL'INIZIO DELLA PAGINA |